Elogio della puntualità

elogiodellapuntualita

A.S. Mi par d’essere persona puntuale (con gli altri), ma perennemente in ritardo con me stesso; un ritardo che spesso si traduce in uno sfasamento tra pensiero e azione, non sempre in quest’ordine.

Questo saggio sulla puntualità è una lezione su un tema spesso dibattuto e occasione di parecchi litigi, ma del quale poco o niente si è scritto. La leggerezza con la quale gli autori aprono e chiudono il lavoro ispessisce la qualità dei contenuti elaborati nella parte centrale. Parte dove il tema viene affrontato con perizia quasi scientifica e analizzato in tutte le implicazioni, che se riconosciuto come virtù, scatenerebbe. Le citazioni utilizzate per esplicitarne alcuni aspetti, spesso controversi, permette di scoprire alcune perle di saggezza che invogliano a ulteriori approfondimenti non solo sulla questione oraria. Dare corpo alle teorie esposte intrecciando con grande disinvoltura tutti gli aspetti seri e faceti non è da poco; regalare il libro ai ritardatari, come proposto dagli autori, forse è poco gentile, perlomeno sfacciato, limitarsi a proporlo attraverso il blog più opportuno!
Comunque! Chi ha orecchi per intendere intenda, chi no è sordo.
Ecco due frasi estrapolate dal libro:
“Desideri e bisogni distinguono l’aristocrazia dalla servitù” Ma ne abbiamo piene le p..
“All’appuntamento col destino si arriva sempre puntuali” Tocchiamoci le p..
Inoltre alla fine c’è pure un elenco di 101 stratagemmi da utilizzare in attesa del ritardatario, lista alla quale è da aggiungere il 102esimo:
“leggere il presente libro mettendo in bella evidenza la copertina…..”

S.O

VENEZIA

C SCARPA - partigianaSul fare del mattino l’acqua era lentamente salita, come un respiro che si va facendo sempre più forte. Così aveva prima invaso gli interstizi della pietra d’Istria, sul bordo del canale, per poi rotolare silenziosa sulla fondamenta. Tra i grossi rettangoli di pietra grigia sommersi da poca acqua, mi misi a seguire una fenditura e poi un’altra e un’altra ancora, scurissime, come si aprissero su profondità abissali. Mi colse allora la vertigine di camminare su un guscio, già irreparabilmente incrinato in più punti, sottile e fragile come certi ponti senza parapetto che appaiono limati e consumati dalla luce del sole.

Ora le fenditure si sono collegate in un’unica linea buia, più larga, più spaventosa. Vedo passare fra le case le persone, si chiamano, si salutano, si danno appuntamenti per futuri incontri, distratti e ignari, sempre più lontani fra loro e da me.

16 gennaio 2014 Ale

raccolta di saggi “non scientifici” di un premio nobel per la fisica

ilpiacerediscoprire rfeynmaninteressante come uno scienziato approcci il libero pensiero

consapevolezza dell’ignoranza, fede nel dubbio, infinita curiosità

“la persona più facile da abbindolare siete proprio voi stessi”