PROGETTO PER LA NUOVA CHIESA PARROCCHIALE DI PEGOGNAGA

tipologia di intervento Concorso per il progetto di una nuova chiesa parrocchiale

luogo Pegognaga (MN)

committente Parrocchia di Pegognaga

periodo progettazione 2015

L’edificio si orienta con la facciata rivolta verso piazza principale, così da entrare a far parte dell’esperienza spaziale del paese, a significarne l’appartenenza e il servizio a tutta la comunità. La rotazione impressa all’edificio permette di organizzare in modo dinamico gli spazi esterni e di creare una bilanciata dialettica tra il volume della chiesa e gli edifici a ridosso dell’area. L’ambiente della cappella feriale assume una giacitura che riprende l’orientamento della chiesa seicentesca. Il grande sagrato è il luogo che appartiene ancora allo spazio urbano e sul quale si presenta la facciata della chiesa; per questo si è cercato di ottenere uno spazio il più profondo possibile. Sulla facciata sono collocate le campane, raccolte in un elemento sufficientemente alto da permetterne il corretto funzionamento. L’accesso all’edificio sacro avviene per gradi, attraverso due elementi, il portico, e le porte.  Lo spazio interno è dominato dalla ricerca di un ambiente unitario che si organizza attorno al presbiterio. Il fedele entrando coglie uno spazio fluido in cui però è chiara la direttrice principale ingresso, altare, abside, grazie anche al leggero sfondamento di quest’ultimo e ai “segni di luce” che accentuano questa tensione. Una seconda componente, ortogonale alla prima produce una dilatazione dello spazio interno, per effetto del quale il Battistero e la Cappella della Custodia Eucaristica partecipano dello stesso abbraccio dell’assemblea attorno all’altare. Gli ambienti accessori si organizzano attorno a un cortile-chiostro che offre riparo per attività anche all’aperto, il lato est è delimitato da un percorso coperto che partendo dal portico della chiesa costituisce un raccordo con l’area del parcheggio e dell’oratorio.

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CHIESA PARROCCHIALE DI POLESINE – Intervento post sisma 2012

tipologia di intervento Restauro,  ripristino strutturale e miglioramento sismico  della chiesa di san Giacomo maggiore apostolo, in seguito ai danni del sisma del 2012

luogo Polesine di Pegognaga (MN)

committente Parrocchia di Polesine

periodo realizzazione 2014 – 2015

La conformazione dell’attuale edificio risale in gran parte al 1779, la Chiesa è ad un’unica navata con una lunghezza interna complessiva di circa m 28.70 per 18.13. Sono presenti quattro cappelle laterali con pregevoli altari in scagliola. Le strutture a volta sono realizzate in listelli con centine estradossali e intonacate. Decorazioni a stucco arricchiscono l’interno della chiesa. Gli ordini architettonici distinguono un ordine gigante corinzio con raffinati capitelli in scagliola e un ordine minore per le cappelle con capitelli di fantasia. Il portale di ingresso alla chiesa è sormontata dal balcone dell’importante Organo. La chiesa è dotatata di un campanile con struttura indipendente, risalente al 1781. Il sisma del 2012 ha interessato la chiesa e l’attiguo campanile in maniera importante, tanto da renderli inagibili. Si sono realizzati interventi di carattere strutturale alle murature lesionate, all’orditura lignea del tetto,  alla struttura lignea delle volte e all’impalcato dell’organo, ed opere di ripristino e restauro di intonaci e cornici delle volte mediante iniezioni di malta fluida alleggerita e la posa di perni di fissaggio, degli intonaci, delle cornici e degli elementi decorativi in stucco delle murature interne, nonché il ripristino e restauro dei quattro altari laterali, dell’altare maggiore, della cornice della pala situata nell’abside, dei parapetti dei due pulpiti e dei due matronei, tutti elementi di pregevole fattura realizzati in scagliola policroma e stucco.

Il recupero strutturale del campanile è stato eseguito con altro intervento, la nostra opera è stata quindi di completamento, andando a sigillare e resaturare le numerosissime lesioni presenti con opere mirate di cuci-scuci, iniezioni di malta fluida e stuccatura.

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CHIESA PARROCCHIALE DI CASTELLUCCHIO – intervento post terremoto 2012

tipologia di intervento

Restauro

Restauro e consolidamento strutturale della chiesa di san Giorgio Martire in seguito ai danni del sisma del 2012

luogo

Castellucchio (MN)

committente

Parrocchia di san Giorgio Martire

periodo realizzazione

2013 – 2014

Il sisma del Maggio 2012 ha colpito la chiesa di Castellucchio in più parti; si sono infatti aperte lesioni all’intradosso e all’estradosso delle volte minori e di quelle principali, sulle pareti del lato est sia internamente che esternamente e su tutti gli archi longitudinali e trasversali. Si è proceduto attuando le seguenti opere che hanno interessato l’intero organismo della chiesa;

Inserimento di catene agli archi interni e nel sottotetto e un dispositivo “anti ribaltamento” di collegamento della facciata alle mura laterali. Consolidamento strutturale delle volte di navata laterale in estradosso con l’applicazione di rete in fibra PBO in matrice di calce idraulica a base pozzolanica e nervature in laterizio. Fasciature orizzontali e agli spigoli delle pareti di sottotetto mediante l’applicazione di rete in fibra PBO in matrice di calce idraulica a base pozzolanica, in corrispondenza delle volte consolidate. Interventi di cuci-scuci ove necessario per riparazione delle lesioni rilevate nelle pareti delle cappelle laterali al piano sottotetto. Risarcitura delle lesioni di tipo passante su volte, archi e murature con cunei in acciaio e malta espansiva. Rimaneggiamento del manto di copertura dei tetti delle cappelle inferiori. Restauro delle pitture a tempera nella volta centrale e del presbiterio. Le superfici pittoriche presentavano aree danneggiate da infiltrazioni di pioggia ed erano ricoperte da uno strato di pulviscolo e fuliggine, i colori avevano perso la loro consistenza. La pulizia è stata eseguita con pennelli a setole morbide, cui è seguito il fissaggio delle coloriture e l’integrazione ad aquerello di alcune parti deteriorate. Durante i restauri alla volta del presbiterio si è appurato che l’immagine attuale è frutto della sovrapposizione di un primo dipinto ad affresco databile alla fine del ‘700, di buona qualità, che è stato successivamente ripreso e in parte coperto nel 1925. Dove possibile sono stati riscoperti i colori originari e alcune figure di angeli, si è fissato l’intonaco di supporto ai dipinti, mediante iniezioni di malta adesiva fluida e alleggerita. L’interno della chiesa è stato completamente ridipinto rispettando le tinte esistenti.

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LA MEMORIA DELLE PIETRE

STORIE, EDIFICI E UOMINI NEL TERRITORIO DI MANTOVA
TRA SETTECENTO E OTTOCENTO, ALLA LUCE DEI RESTAURI DEL TERREMOTO

Il sisma del 2012 ha messo a nudo pregi e difetti di numerosi edifici per il culto in città e provincia, permettendone nel contempo una conoscenza paradossalmente prima non possibile.

Un gran numero di queste costruzioni, completamente riformate in epoca settecentesca e poi oggetto di restauri a inizio novecento, ha così svelato la propria natura molteplice. L’architettura di queste fabbriche, cresciute su sè stesse a mezzo di demolizioni e ampliamenti, reimpiego di materiali e parti importanti di strutture precedenti, è giunta ai nostri giorni in una calma apparenza scevra da problematiche evidenti. Uniformità di linguaggio e soluzioni tipologiche, involucri a intonaco e ornati di grande pregio a questi perfettamente coerenti sono frutto di un’arte della trasformazione che su questo territorio ha tra i suoi capostipiti Giulio Romano.

In questa pratica di continuo ridisegno volta al risparmio, che concorre a rendere irriconicoscibili le parti antiche mascherate e riutilizzate, non vi è però nulla di prevedibile, a partire proprio dal riuso delle strutture. Non solo vengono mantenute fondazioni di assetti precedenti ma sovente porzioni superiori e di coronamento che, a sorpresa, sembrano galleggiare su parti di epoca successiva.

Se da un lato gli studi storici vanno chiarendo sempre più ruolo e identità delle figure di spicco tra gli architetti attivi sul territorio tra sette e ottocento, parimenti emergono dall’anonimato le identità di alcuni capomastri alla cui abilità e pratica esperta sembrano riferibili opere di grande qualità come le Parrocchiali di Polesine e Palidano. I restauri eseguiti hanno via via svelato anche le storie di questi uomini e artisti, a volte spregiudicati e avventurosi.

Per chi fosse interessato, torniamo a ragionarci in una conversazione alla Madonna della Vittoria, venerdi 12 febbraio alle 17.30

memo pietre agnolo

 

(gsb)

 

COLLETTO E PIEDE D’OCA

Più appropriatamente il collo del piè d’oca.

Un dettaglio è la conseguenza di un ragionamento. Scala di servizio in un edificio ecclesiastico del XVIII secolo. L’alzata rientra per dare modo al colletto di avere spazio sottostante per pedata più larga.POL PEG 3

La disposizione dei gradini è corretta in modo da eliminare quelli a triangolo, che sono sempre pericolosi: sopratutto quando si scende bisogna sempre potere appoggiare i piedi.

Il Collo o colletto del piè do’oca non deve mai essere inferiore ad almeno 8cm, meglio 10cm. POL PEG 2

SCALA POLE SCHEMA 2

polpeg 4

POL PEG 1

(gsb)