LE PESCHERIE DI GIULIO ROMANO: IL BUILDING INFORMATION MODELING NEL RESTAURO

Sabato 23 settembre, alle ore 17,30, presso la chiesa della Madonna della Vittoria in Mantova si svolgerà l’incontro “LE PESCHERIE DI GIULIO ROMANO: IL BUILDING INFORMATION MODELING NEL RESTAURO”, all’interno del ciclo di conferenze organizzate dagli “Amici di Palazzo Te e dei Musei Mantovani”   ( https://it-it.facebook.com/Amici-Di-Palazzo-Te-676329789137954/ ).

Quello per le Pescherie di Levante è un progetto per la città che restituirà a Mantova uno dei suoi piu’ significativi monumenti. Il BIM, innovativa metodica di gestione del processo di progettazione e realizzazione, trova qui una delle sue prime applicazioni sperimentali nel campo del restauro.
Verrà presentato lo stato di avanzamento del progetto e del rilievo per le Pescherie di Levante, curato dallo studiopdA in collaborazione con BimFactory. La conversazione, a tre voci, sarà tenuta dall’architetto Giorgio-Sebastiano Bertoni (studiopdA), da Guido Pinto (www.piscan.it) e da Armando Casella (www.bimfactory.it).(immagini: PiScan- Bergamo)

Committente dell’opera è la Fondazione Pescherie di Giulio Romano:

https://it-it.facebook.com/lepescheriedigiulioromano/

sponsor tecnici:

www.graphisoft.com/it/

www.str.it/

(gsb)

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martedì 18 luglio alle ore 21,15 una conferenza

presso la chiesa di Santa Maria della Vittoria in via Monteverdi, 1 a Mantova Giorgio-Sebastiano Bertoni ci racconterà il restauro della tomba Bazzi Boschi opera che Adolfo Wildt ha eseguito negli anni venti del secolo scorso e oggi è ritornata all’antico splendore grazie al restauro finanziato dall’Associazione Amici di Palazzo Te e dei Musei Mantovani.

Maggiori informazioni sull’opera e sul restauro le potete trovare nei messaggi postati in precedenza sul nostro Blog.

https://studiopdaplus.wordpress.com/2017/06/02/wildt-2/

https://studiopdaplus.wordpress.com/2017/06/01/wildt/

SO

IL GHETTO DI MANTOVA

LA CITTA’ SCOMPARSA

Si inaugura oggi alla Madonna della Vittoria una nuova ed interessante mostra sulla storia urbana di questa città, a cura di Marida Brignani e Claudia Bonora.

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Abbiamo seguito l’allestimento insieme a Paolo Corbellani e Speranza Galassi; Guido Bazzotti ha curato la grafica; coordinamento Vanna Rubini.

 

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(gsb)

LA MEMORIA DELLE PIETRE

STORIE, EDIFICI E UOMINI NEL TERRITORIO DI MANTOVA
TRA SETTECENTO E OTTOCENTO, ALLA LUCE DEI RESTAURI DEL TERREMOTO

Il sisma del 2012 ha messo a nudo pregi e difetti di numerosi edifici per il culto in città e provincia, permettendone nel contempo una conoscenza paradossalmente prima non possibile.

Un gran numero di queste costruzioni, completamente riformate in epoca settecentesca e poi oggetto di restauri a inizio novecento, ha così svelato la propria natura molteplice. L’architettura di queste fabbriche, cresciute su sè stesse a mezzo di demolizioni e ampliamenti, reimpiego di materiali e parti importanti di strutture precedenti, è giunta ai nostri giorni in una calma apparenza scevra da problematiche evidenti. Uniformità di linguaggio e soluzioni tipologiche, involucri a intonaco e ornati di grande pregio a questi perfettamente coerenti sono frutto di un’arte della trasformazione che su questo territorio ha tra i suoi capostipiti Giulio Romano.

In questa pratica di continuo ridisegno volta al risparmio, che concorre a rendere irriconicoscibili le parti antiche mascherate e riutilizzate, non vi è però nulla di prevedibile, a partire proprio dal riuso delle strutture. Non solo vengono mantenute fondazioni di assetti precedenti ma sovente porzioni superiori e di coronamento che, a sorpresa, sembrano galleggiare su parti di epoca successiva.

Se da un lato gli studi storici vanno chiarendo sempre più ruolo e identità delle figure di spicco tra gli architetti attivi sul territorio tra sette e ottocento, parimenti emergono dall’anonimato le identità di alcuni capomastri alla cui abilità e pratica esperta sembrano riferibili opere di grande qualità come le Parrocchiali di Polesine e Palidano. I restauri eseguiti hanno via via svelato anche le storie di questi uomini e artisti, a volte spregiudicati e avventurosi.

Per chi fosse interessato, torniamo a ragionarci in una conversazione alla Madonna della Vittoria, venerdi 12 febbraio alle 17.30

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(gsb)

 

STORIA DI UN ESERCITO IN MARCIA

DA PALAZZO TE A MADONNA DELLLA VITTORIA

Amici di Palazzo Te e dei Musei Mantovani promuove alla Madonna della Vittoria l’allestimento di una esposizione seguita da studiopdA insieme a Roberto Soggia e Paolo Corbellani dedicata a un opera molto particolare.

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Giancarlo Boselli, fabbro e maestro d’arte di Sermide, ha riprodotto 29 metri del fregio della Camera degli Stucchi in Palazzo Te, sbalzandolo a cesello su rame in dimensione naturale. Prodotto di una eccezionale dedizione lungo 5 anni di lavoro, l’esecuzione dell’opera ha preso a modello la traduzione che a Parigi nel 1675 viene data alle stampe da Claudine Bouzonnet Stella su incisioni della sorella Antoinette ricavate a loro volta dai disegni del fratello Antoine.

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La mostra presenta al pubblico l’occasione di approfondire in maniera diversa e ad altezza d’uomo un opera straordinaria di Giulio Romano e Francesco Primaticcio che ha in sorte di essere normalmente relegata a una fruizione rapida e d’insieme, trovandosi collocata ad altezza di cornice in un ambiente prossimo alla Sala dei Giganti.

Il lungo fregio ben illustra il gusto antiquario del Pippi. Questi rivisita con originalità il genere del monumento trionfale delle colonne coclidi romane, inventandosi completamente le scene di una composizione che si sviluppa senza discontinuità lungo le pareti dell’ambiente.

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La mostra è arricchita da un video curato per l’occasione da Ugo e Guido Bazzotti sulla Camera degli Stucchi, sul racconto delle scene e sui complessi significati del fregio.

Inaugurata in un clima cordiale e interessante il 18 dicembre scorso, prosegue fino al 31 gennaio.

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MOSTRA di INEDITI del pittore mantovano GIORDANO SCARAVELLI

 

SCARA 2Dal 7 novembre e fino al 13 dicembre 2015 sono esposti presso la chiesa sconsacrata di Santa Maria della Vittoria in via Fernelli alcuni inediti del pittore mantovano Giordano Scaravelli.

SCARA 3L’allestimento della mostra, curata da Elisabetta Pozzetti e Ferdinando Capisani, è la prima delle attività  per conto dell’Associazione Amici di Palazzo Te e dei Musei Mantovani che segue il nostro Sebastiano in affiancamento a Speranza Galassi e Paolo Corbellani.

complessivala splendida sala recuperata alla città dall’associazione il giorno dell’inaugurazione

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SO

SOSPESI NEL TEMPO

La rocca di Sparafucile e il Parco dell’Arte

Conversazione di Sebastiano Bertoni e Manuela Zanelli
a cura della delegazione Fai di Mantova e di MantovaCreativa

Venerdì 27 febbraio 2015 alle ore 17,30, Madonna della Vittoria.

Un incontro per conoscere la Rocchetta di Sparafucile e i suoi dintorni.
L’edificio è un residuo dell’imponente sistema difensivo di Mantova, in particolare della lunetta di San Giorgio che fungeva da presidio all’imbocco del ponte. Venuta meno la funzione militare, bombe, demolizioni e nuovi tracciati stradali ne hanno via via mutato dimensione e aspetto, riducendolo ad un fabbricato isolato.

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Nel secondo novecento entrò nella mitologia dei luoghi Verdiani del Rigoletto, e dunque rinominato a residenza del sicario Sparafucile, così come la fantasiosa casa del Rigoletto all’altro capo del ponte. La brillante invenzione di questa tradizione lo ha reso topos riconoscibile e preservato per anni.

Bene demaniale in posizione strategica – a due passi dalla città e sul suo ingresso più spettacolare – fu trasformato negli anni ’70 con progetto pregevole dell’arch. Ferdinando Cazzaniga in un romantico ostello fino al 1994, anno della chiusura.

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Chiuso da quel momento, l’edificio è divenuto inaccessibile e aperto solo in occasioni particolari come il “Rigoletto” televisivo del regista Marco Bellocchio.

I mantovani guardano con affetto questa costruzione che è divenuto uno dei simboli del sonno che pare a volte avvolgere tutta la città.

(gsb)